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AmamelideAmamelide – Hamamelis virginiana L. – Hamamelidaceae

L’amamelide è una pianta originaria dell’America settentrionale, presente dal Canada alla Florida, ma maggiormente diffusa in Virginia. Viene anche coltivata in Europa come pianta ornamentale, poiché molto adatta per bordure arbustive.

È un arbusto cespuglioso o un piccolo albero alto 3-5 metri, che fiorisce abbondantemente e molto resistente ai climi freddi.

I principali costituenti caratteristici dell’estratto di amamelide sono i tannini, compresi tannini condensati (oligomeri della proantocianidina con unità catechina e/o gallocatechina) e gallotannini idrolizzabili tra cui l’amamelitannino (miscela delle forme α e β del 2,5-di O-galloil-D-amamelosio). Altri costituenti sono i flavonoidi (kempferolo, quercitrina e isoquercitrina, ecc.), alcoli ed esteri alifatici, acidi fenolici come l’acido gallico e l’acido caffeico, vari composti carbonilici e il safrolo.

L’estratto di Hamamelis è utilizzato per la sua attività astringente, emostatica, decongestionante venosa ed antinfiammatoria. Questo uso tradizionale è stato confermato anche da studi clinici. Trova quindi utilizzo nel trattamento locale d’infiammazioni cutanee e nei sintomi di disturbi associati alle vene varicose, quali pesantezza e dolore alle gambe, e delle emorroidi.

Un estratto idroetanolico di amamelide ha mostrato un significativo effetto antinfiammatorio (43% di inibizione dell’edema) nel test dell’edema dell’orecchio del topo provocato dall’olio di croton, in seguito all’applicazione topica di 250 µg per orecchio ti tale olio. Approfondimenti su tale studio rivelano che tale attività è dovuta essenzialmente alla presenza di proantocianidine

In uno studio comparativo, in doppio cieco, a tre bracci, 90 pazienti con emorroidi di primo grado sono stati trattati per 14-21 giorni con: (a) un unguento contenente estratto fluido d’amamelide (3% m/m) e bismuto gallato basico, (b) unguento a base di acido metacresolsulfonico-formaldeide, (c) unguento contenente il corticosteroide fluocinolone acetoide. Tutti e tre i preparati contenevano un anestetico locale.

Esami di follow-up sono stati eseguiti durante il trattamento, nei giorni 3, 7, 14 e 21. Alla fine del trattamento, i livelli di miglioramento in quattro criteri target (prurito, sanguinamento, sensazione di dolore e bruciore), valutati sia dai medici, sia dai pazienti, sono stai pari al 73,9-94,4% nei pazienti che avevano utilizzato l’unguento (a), rispetto al 76,2-89,5% dei soggetti trattati con l’unguento (b) e al 72,0-81,8% nei soggetti trattai con l’unguento (c).Tutti e tre i preparati sono stati considerati altamente efficaci senza sostanziali differenze tra i gruppi.

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